Dopo Dicearchia c’è Neapolis, città dei Cumani; (più tardi ricevette anche una colonia calcidese ed alcuni coloni da Pitecusa e da Atene, e per questo fu chiamata Neapolis). Viene indicata sul posto la tomba di una delle Sirene, Partenope, e vi si tiene un agone ginnico, secondo un antico oracolo. Gli abitanti, divisisi poi in due fazioni rivali, accolsero come coloni alcuni dei Campani e furono obbligati a trattare da amici i nemici, poiché erano diventati nemici dei propri amici. I nomi dei demarchi [47] sono indicativi in proposito, essendo i primi greci, quelli successivi campani misti a greci. Numerosissime tracce del modo di vivere greco si sono mantenute là, così come i ginnasi, le efebie, le fratrie ed i nomi greci, sebbene la popolazione sia romana. Ai giorni nostri hanno luogo ogni cinque anni, in questa città, dei giochi[48] sacri comprendenti gare di musica e di ginnastica, che durano più giorni e che sono degni di rivaleggiare con le feste più celebri della Grecia. C’è anche una galleria sotterranea [49], scavata nella montagna fra Dicearchia e Neapolis, eseguita come quella di Cuma, e vi è stata aperta una strada, per un tragitto di molti stadi, larga abbastanza da permettere a due carri che vanno in direzioni opposte di passare insieme; inoltre, grazie a delle aperture che sono state tagliate in più parti, la luce del giorno si espande dalla superficie della montagna molto in profondità. Anche Neapolis possiede getti di acque calde e stabilimenti balneari non inferiori a quelli di Baia, ma meno frequentati; là infatti, accanto a Baia, è sorta un’altra città che sta alla pari con Dicearchia, dal momento che, uno dopo l’altro, sono stati costruiti molti palazzi. A Neapolis diffondono il modo di vivere greco quelli che da Roma si ritirano qui per trovare tranquillità
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Aaggiornata al 01/05/2011
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